mercoledì 21 aprile 2010

Timidi non disperate. Arrossire è soltanto sinonimo di una maggiore sensibilità


Arrossire o commuoversi facilmente non sarebbe una questione di carattere. Piuttosto la timidezza, secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Social Cognitive and Affective Neuroscience” e riportato nel sito Staibene.it, costituirebbe la risultante di un diverso modo di vedere il mondo.Di fronte alle medesime immagini, infatti, estroversi ed introversi sembrano attivare risposte neurali difformi tra loro. Lo studio dimostra come proprio i più timidi siano quelli in grado di percepire maggiormente ogni minimo cambiamento o dettaglio, all’interno di una serie di fotografie loro mostrate, rispetto ad altre persone invece più disinvolte.

La ricerca dimostra, quindi, come la timidezza sia più che altro un fatto neurologico legato ad una diversa percezione della vita. A dimostrazione, ancora una volta, che l’essere timidi non implica necessariamente svalutazione o negatività ma può essere anche, e soprattutto, una nota positiva capace di mettere in risalto quel profumo di sensibilità troppo spesso occultato nella società moderna. Affinché la timidezza possa ricordarci che, tuttora come ieri, le emozioni esistono e che emozionarsi in fondo fa parte di noi stessi, noi che prima di tutto siamo e resteremo per sempre uomini e persone.

Sabrina Ferri

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