lunedì 20 giugno 2011

Consigli per l'estate: la sudorazione

di Rossana Palazzo

Con l'arrivo dell'estate il caldo può provocare alla pelle un'eccessiva sudorazione che può causare irritazioni. Le zone chiamate in causa sono soprattutto le piaghe di inguine e interno coscia, il cui fastidio è provocato, in questa zone, da eccessivo sfregamento mentre si cammina.

Ma quali sono i rimedi per alleviare questi piccoli disturbi che posso però creare disagi? La dottoressa Riccarda Serri, presidente dell'Associazione Skineco, dà i suoi consigli.

Una delle prime regole da osservare è lavarsi quotidianamente con un sapone detergente molto delicato, oppure utilizzare direttamente la saponetta. Nelle zone delle pieghe si può mettere del talco oppure farsi preparare in farmacia un composto di talco veneto e ossido di zinco. Si può anche optare per soluzioni già pronte liquide, non in polvere, a base di ossido di zinco che hanno un'azione lenitiva.

Queste soluzioni possono essere usate anche sui bambini spesso affetti da sudamina, che si manifesta sotto forma di chiazze rosse sulla pelle che provocano prurito e raramente infezione. In ogni caso quando i sintomi sono permanenti è meglio consultare un dermatologo.

domenica 22 maggio 2011

Alimentazione: carote non abbronzano, ma allungano la vita


Portare carote in tavola potrebbe essere un'ottima abitudine per tenere lontano malattie croniche e ridurre il rischio di mortalità. A rivelarlo uno studio condotto dai ricercatori del Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta (USA) che avrebbe messo in luce le proprietà benefiche e antiossidanti dell'alfa carotene, componente presente in carote ma anche in altri tipi di frutta e ortaggi come piselli, fagiolini, zucca e broccoli.

Questo carotenoide, finora poco considerato a dispetto del più famoso beta carotene, sarebbe quindi in grado di contrastare i radicali liberi coinvolti nell'insorgenza di alcune malattie ed inibire la crescita di diverse cellule tumorali.

E a proposito del beta carotene e dei suoi presunti effetti abbronzanti sembrerebbe che, pur essendo il beta carotene spesso considerato tra gli abbronzanti, non sarebbe in realtà in grado di proteggere dai raggi solari. Per quale motivo? Poiché, come sostenuto da Marcello Monti, responsabile di Dermatologia dell’Istituto clinico Humanitas di Milano, il beta carotene "si deposita nel derma e non nell’epidermide, che è la parte più esterna della pelle, la più colpita dai raggi UV. Anche se ingeriamo grandi quantità di betacarotene e diventiamo un po’ arancioni, quindi, subiamo ugualmente i danni solari. È dunque sbagliato considerare il beta carotene come un abbronzante, ruolo invece ricoperto dalla melanina".

Sabrina Ferri

giovedì 12 maggio 2011

Bambini obesi a causa del biberon!

di Rossana Palazzo

Uno studio americano afferma che l’uso prolungato del biberon, fino a due anni, aumenterebbe il rischio del 30% di diventare obesi a 5 anni e mezzo, rispetto ai bambini che lo abbandonano prima. Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato sul Journal of Pediatrics da Robert Whitaker e Rachel Gooze del Center for Obesity Research and Education alla Temple University.

Lo studio: Sono stati esaminati 6750 bambini dalla fase neonatale a 5,5 anni ed è stato riscontrato che il 22% del campione beveva dal biberon a due anni e che il 23% dei bambini, a 5anni e mezzo erano obesi. In pratica i ricercatori hanno incrociato i dati a loro disposizione e hanno calcolato che i bambini, che a due anni ancora usano il biberon, hanno un rischio obesità a 5 anni e mezzo del 30% maggiore.

Questo perché, secondo gli esperti, bere e mangiare dal biberon è un modo facile per ingerire molte calorie. Meglio iniziare a staccare il bimbo dal biberon intorno a un anno, dunque, concludono.

venerdì 22 aprile 2011

Aghi bye bye: ecco la nuova insulina spray contro il diabete

Come ben sappiamo il diabete è una malattia di diffusione globale; e secondo alcuni dati resi noti dall'International Diabetes Federation, nel 2030 circa 430 milioni di persone saranno affette da questa malattia. Al momento, in Italia sono 2,9 i pazienti colpiti da questa patologia e circa 250 milioni nel mondo.

Al meeting annuale dell'America Chemical Society, che si tiene a San Francisco in California, è stato presentato il moderno tipo di insulina, che grazie ad una nuova tecnologia ideata dai ricercatori della Mannkind Corporation, potrà essere somministrata per vie aeree, agendo addirittura più velocemente del farmaco tradizionale; in questo modo l'incubo delle iniezioni quotidiane per i malati di diabete svanirà.

Questo nuovo tipo di prodotto che regola i livelli di glicemia nel sangue, viene fatto assorbire dalle vie respiratorie attraverso particelle costituite dall'auto-assemblamento di minuscole molecole; una volta inseriti i farmaci all'interno di queste particelle, queste vengono fatte essiccare per poi formare una polverina asciutta; successivamente grazie ad un apparecchio grande quanto un pollice, i pazienti potranno inalare una piccola quantità del farmaco, che si dissolverà molto rapidamente, venendo in fine assorbito dalla circolazione sanguigna.

di Camilla Lombardozzi

Vene varicose? Una patologia dolorosa



Il fenomeno delle vene varicose, in Italia, rappresenta una patologia molto diffusa. Si pensi che circa il 25% percento della popolazione, si tratta in prevalenza di donna, ne soffre.

«Le vene varicose sono vene superficiali dilatate in cui il sangue non scorre. Questo sfiancamento della parete venosa prende origine dalla cosiddetta insufficienza venosa, di cui le varici non sono altro che una delle manifestazioni più evidenti» spiega Roberto Chiesa, direttore della Cattedra di chirurgia vascolare dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Purtroppo i danni che possono comportare sono piuttosto gravi: flebiti e trombosi.

Fattori ereditari, ma anche fumo, cattiva alimentazione, sovrappeso e gravidanza possono contribuire al sorgere di un’insufficenza venosa. I sintomi più comunini sono: ingrossamento visibile delle vene, dolori e crampi alle gambe, caviglie e piedi gonfi.

Quando si è in presenza di insufficenza venosa allora è possibile migliorare la circolazione delle gambe per prevenire complicanze. Quando si parla di disagi lievi ci possono essere dei piccoli accorgimenti: perdere peso, fare attività fisica, limitare l’uso di sigarette e alcool. Efficace è anche la terapia elasto-compressiva con delle calze elastiche a compressione graduata. Ma anche il ricorso a farmaci flebotonici è spesso utile per contrastare dolori alle gambe, crampi nella notte, tensione e pesantezza.

Quando i danni, invece, sono estesi il ricorso alla chirurgia, forse, è l’unica possibile soluzione.Spiega il dottor Roberto Chiesa che «In presenza di varici, quando il dolore non è tollerabile, o per ragioni estetiche, si può optare per l'asportazione o la chiusura del vaso varicoso. L'asportazione completa del vaso si esegue solo per la grande ed, eventualmente, per la piccola safena varicose e prevede l'intervento di safenectomia (o stripping), che oggi è il più usato. Un approccio alternativo alla rimozione del vaso varicoso, o di una sua parte, consiste nella sua esclusione dal circolo sanguigno con tecniche endovascolari (laser e radiofrequenza). La terapia sclerosante è utile sia per eliminare piccole varici, sia per far scomparire i capillari superficiali (teleangectasie)».

di Rossana Palazzo

giovedì 14 aprile 2011

Cattiva respirazione? Un trauma infantile può essere la causa


Se hai disturbi respiratori da grande forse è perché da piccolo hai avuto un distacco precoce dai genitori. Ebbene uno studio condotto dall’Università San Raffaele di Milano e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche ha dimostrato che sempre più giovani, in età adulta, manifestano difficoltà respiratorie dovute ad attacchi di panico.

Ciò perché quando si subisce un allontanamento prematuro si innesca una sorta di risposta fisiologica, appunto una difficoltà respiratoria. In quei frangenti infatti, a livello fisiologico, cambia un parametro che comporta stimoli soffocatori che si ripercuotono in età adulta. Purtroppo i danni più consistenti sono a livello mentale. Oltretutto è fondamentale l’età in cui le avversità colpiscono: se l’esposizione avviene in età infantile l’alterazione respiratoria che si instaura rimane costante fino alla prima parte dell’età adulta. I dati a cui hanno conseguito i ricercatori del San Raffaele, frutto di deduzioni tratte dalle considerazioni pubblicate sull’American Journal of Medical Genetics e sul PlosONE, hanno inoltre mostrato come ci sia una certa affinità tra umani e topi. I ricercatori hanno intervistato centinaia di gemelli circa il loro distacco dai genitori in età puerile; negli animali invece, hanno separato dei topi dalla madre naturale a 24 ore dalla nascita e per i 4 giorni successivi li hanno affidati a madri diverse da quella biologica. Le madri topo adottano molto facilmente i cuccioli di altre madri, l’esperienza precoce della madre innesca una risposta iperventilatoria all’anidride carbonica del 150% maggiore di quella osservata in cuccioli allevati normalmente.

Analizzando le cause di questa risposta i dati hanno dimostrato che l’esagerata risposta è da associare ad un aumento del segnale genetico presente negli individui sottoposti a separazione precoce. Marco Battaglia, professore di Psicopatologia dello sviluppo al San Raffaele, ha affermato che l’obiettivo ultimo resta quello di «aumentare le conoscenze dei meccanismi genetici e ambientali che influenzano manifestazioni ansiose nei bambini e giovani adulti, migliorando le strategie di prevenzione, diagnosi precoce e terapia».

di Rossana Palazzo

martedì 12 aprile 2011

Ministero dell'Ambiete: "Menù a Km zero per avere cibi più sani ed inquinare meno"

Più prodotti bio alle mense scolastiche e a quelle della pubblica amministrazione. Così è stato deciso dal Ministero dell’Ambiente che ha varato il nuovo “Piano d'azione per la sostenibilità ambientale sui consumi della PA” che dovrà essere tradotto in una direttiva ministeriale la prossima settimana.

L’iniziativa è volta a promuovere un menù più vegetariano consigliato dalla LAV (Lega antivivisezione). L’obiettivo è quello di prestare maggiore attenzione al benessere animale e all’impatto ambientale prodotto dagli allevamenti intensivi. In tal modo verrà ridotto il consumo di carne, considerato l’impatto che gli allevamenti producono.

Le aziende erogatrici del servizio avranno il compito di creare maggiore consapevolezza nel consumo di un cibo più sano. I bambini insomma mangeranno più uova che proverranno solo da allevamenti all’aperto perché, come già stabilito dalla direttiva europea 74/1999, gli animali in gabbia soffrono, dunque tale tipo di allevamento deve essere bandito.

Le ditte che rispetteranno questa direttiva si aggiudicheranno maggior punteggio nelle gare d’appalto per l’assegnazione di servizi di ristorazione e nella distribuzione di prodotti alimentari. Attraverso questo piano insomma non solo il cibo delle mense sarà più sano perché proveniente da agricoltura biologica, ma, guardando i dati forniti dall’associazione animalista, verranno risparmiati 3.320 tonnellate di CO2 al giorno. Quindi perché dare ai nostri figli prodotti provenienti chissà da dove? Forse preferire la filiera corta non è poi così male, anzi, considerati i risultati, si avrebbe una migliore qualità dei prodotti alimentari e si registrerebbe un tasso di inquinamento ambientale minore.

di Rossana Palazzo


mercoledì 6 aprile 2011

SE IL PASTO È GRASSO, MEGLIO RINUNCIARE AL CAFFÈ



Il "nero" più amato dagli italiani potrebbe far lievitare gli zuccheri nel sangue se assunto dopo un pasto abbondante. Amato da 6 italiani su 10 il caffè, da sempre conosciuto per le sue benefiche proprietà digestive, energetiche e antiossidanti, sembrerebbe capace di far impennare la curva glicemica, fino a picchi estremi, se sorseggiato dopo un pasto copioso e ricco di grassi.

A rivelare l'effetto dannoso e combinato di grassi saturi e caffeina sui livelli di glucosio nel sangue, sarebbe stato un recente studio dell'Università di Guelph, in Canada, che avrebbe dimostrato come il livello di zuccheri, del 32% più alto del normale a seguito dell'introduzione di grassi, potrebbe addirittura raddoppiare con l'aggiunta di caffè facendo raggiungere percentuali glicemiche simili a quelle di persone diabetiche.

Sabrina Ferri

Fonte: Italia Salute

domenica 30 gennaio 2011

DANNI DEL FUMO IMMEDIATI, EFFETTI CANCEROGENI GIA' 15 MINUTI DOPO LA PRIMA SIGARETTA


Il fumo fa male, danneggia la salute di te e di chi ti sta intorno, può perfino arrivare ad uccidere. Il fumo da sigaretta è una delle prime cause al mondo di morte e, nonostante alcuni paesi come la Polonia abbiano deciso di estendere il divieto di fumo anche nei luoghi pubblici come spiagge e giardini, fumare è ancora uno dei vizi peggiori che attanaglia l'umanità.

Ma se gli effetti del fumo nel lungo periodo erano cosa nota, oggi una ricerca Usa, pubblicata sulla rivista Chemical Research in Toxicology, rivela che i danni alla salute inizierebbero già pochi istanti dopo aver acceso la prima sigaretta.

I ricercatori avrebbero quindi dimostrato che gli Ipa, ovvero una delle sostanze in assoluto più cancerogene e contenuta anche nelle sigarette, sarebbero in grado, una volta entrati in circolo nell'organismo, di trasformarsi in un'altra sostanza chimica capace poi di danneggiare il DNA e provocare il cancro. Il tutto avverrebbe tra i 15 e i 30 minuti.

Una scoperta unica ed agghiacciante che, ancora una volta, rammenta come ogni giorno possa essere un giorno buono per smettere di fumare e per cominciare davvero a volersi del bene.
Sabrina Ferri

venerdì 14 gennaio 2011

ICTUS, CAPIRE I SINTOMI PREMONITORI


L'apoplessia, meglio conosciuta come ictus, è in Italia la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Consiste in un coagulo che impedisce il normale afflusso di sangue al cervello e può colpire senza scrupoli producendo una serie di effetti devastanti o addirittura letali. Colpisce in prevalenza gli anziani ma possono esserne colpite anche persone più giovani, soprattutto se predisposte o facciano uso abituale di droghe.

Per questo sarebbe importante riuscire ad interpretare quei piccoli campanelli d'allarme che potrebbero insorgere prima di un attacco come: difficoltà ad articolare un discorso e comprendere frasi, debolezze o formicolii agli arti, un improvviso mal di testa, anomalie della vista e sensazione di vertigine o capogiro. Anche se transitori, anche solo uno di questi potrebbe essere il primo segnale da non sottovalutare. Intervenire tra le 3 e le 6 ore dalla crisi, rivolgendosi tempestivamente ad un Pronto Soccorso, potrebbe circoscrivere gli effetti evitando il peggio; capirli tempestivamente potrebbe, quindi, salvare una vita
Sabrina Ferri
fonti: YAHOO LIFESTILE